Lettera a mio padre

Sei stato tu il primo in credere nelle mie capacità, ad entusiasmarti, a incoraggiarmi. Ho iniziato a scrivere perché tu credevi in me, perché eri certo che io avessi tutte le carte in regola. Hai dedicato tanto tempo a correggere quello che scrivevo, a farmi capire quello che sbagliavo, a farmi crescere. Non potevi essere migliore di così, non ho dubbi.

In realtà tutto quello che scrivo adesso mi sembra inutile. Ed io mi sento persa. Sto aspettando la prossima botta, quella che mi butterà giù definitivamente. Da quei colpi solo tu riuscivi a farmi rialzare, con la tua semplice e limpida fiducia in me. "Ti voglio bene e so che ti rialzerai". Ed io mi rialzavo solo per non tradire le tue aspettative. Mi manchi e mi sento persa. Mi hai insegnato che nelle storie in maestro viene a mancare sempre prima che il discepolo sia pronto. Ed io davvero non ero pronta. 


So che avresti voluto che continuassi a scrivere e che terminassi ciò che avevamo iniziato insieme. Va bene, anche se ho le idee terribilmente confuse e fa male da morire. Scriverò. Mi rialzerò. Prima o poi la mia vita riacquisterà un ritmo. Anche se mi sembra che il vuoto non si colmerà mai più, nonostante tutto quello che io possa provare a fare. Dal 1° Ottobre il blog riparte. Io proverò a metterci tutta me stessa. Con fatica, con la sofferenza, ma forse far ripartire questa piccola parte di me farà ripartire pian piano tutto il resto. Mi manchi, so che l'ho già detto. Ma è il mio pensiero tutti i giorni. Mi hai lasciato una frase preziosa, quando le cose si sono fatte serie: "Ho più bisogno del tuo coraggio che della tua paura". Ed io proverò con tutta me stessa ad essere coraggiosa. Ti voglio bene, papà.

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