L'anima di Ilsie n°11

Leggere piano o leggere in fretta, il ritmo della vita

Per parecchio tempo nella mia vita non c'è più stato spazio per i libri. Sono stati anni difficili, di concentrazione in altre cose, di sofferenza, in cui mi sono persa sia dentro che fuori di me. Per fortuna, da un anno a questa parte ho accanto a me una persona che mi ha restituita alla vita e mi ha dato l'occasione di riflettere davvero su che tipo di donna volessi essere al suo fianco. E pian piano ho sentito che tante cose che avevo perso per strada stavano ritornando al loro posto e tra queste sicuramente anche la lettura. Persino la decisione di aprire un blog la devo a lui: la serenità che mi ha concesso dopo tanto tempo mi ha dato la lucidità per capire cosa volessi davvero e di come volessi aprirmi al mondo in un modo a me sconosciuto fino a quel momento. Ho riscoperto la mia vita. Questa riflessione iniziale deriva dal fatto che percepisco la lettura come strettamente connessa a ciò che mi accade e soprattutto a ciò che sono. Non leggere per tanto tempo è stato un sintomo del fatto che io non volessi guardarmi dentro e realizzare che la direzione che stavo prendendo era sbagliata. Ora che invece mi sento indirizzata sulla strada giusta, ho ritrovato un piacere che avevo dimenticato.

Ed una delle prime cose che ho notato è stato che leggo incredibilmente piano. Inizio con appena venti pagine al giorno, massimo trenta se il libro mi prende molto e pian piano mi velocizzo. Dopo due o tre giorni arrivo a leggere anche un centinaio di pagine, ma stranamente ho bisogno di tempo per ingranare. Da qui è scattato un pensiero: da cosa dipende il ritmo di lettura in ognuno di noi? Ho una sorella che legge quasi un libro al giorno. Le ho dato Murakami in mano una mattina e il giorno dopo l'aveva già finito. L'ho quasi sgridata, dicendole che un autore del genere va letto piano, va assaporato, "che cavolo puoi capire da un libro se lo leggi così in fretta? E' come ingoiare il cibo intero senza assaporarlo". Poi mi sono fermata a riflettere che forse è ammesso leggere anche così, sono io a non capirlo.

Mi spiego meglio: quando leggo, scandisco ogni singola parola, ne ho bisogno per figurarmi mentalmente quello che sta succedendo nella storia. Assaporo tutti i particolari che posso e per questo, a meno che il libro proprio non mi rapisca ed io sia incapace di staccarmene giorno e notte - ed è successo -, la lettura procede con calma. Anche perché è raro che io desideri di finire un libro più in fretta possibile. Mi sono guardata dentro e mi sono accorta che in tantissime cose sono semplicemente lenta, nel gestire i viaggi ho bisogno di non correre altrimenti mi irrito facilmente, nell'accettare i cambiamenti ci metto praticamente una vita, e anche nella lettura ho bisogno di tempo per godermi davvero quello che sto facendo. Quindi riprendo il titolo del post e per quanto mi riguarda posso affermare che la velocità di lettura rappresenta in un certo senso il mio modo di vivere le cose importanti, le cose nuove e tutte quelle che in un certo senso mi fanno uscire dalla mia zona di confort. Perché per quanto sia metaforico, un libro è un viaggio verso l'ignoto nella vita di una persona sconosciuta e quello che possiamo incontrare ci può piacere o meno, sconvolgere o meno, lasciarci indifferenti oppure tirare fuori qualcosa dalla nostra vita ricordi che pensavamo di aver rimosso. Molto raramente un libro non mi ha trasmesso nulla: può succede che non mi piaccia o che semplicemente mi dica poco, ma quasi mai non ho avuto reazioni emotive o personali davanti ad una storia. Quindi in un qualche modo anche la lettura è una sfida ed io voglio affrontarla con calma, per godermi ogni momento, per imprimere ricordi indimenticabili.

E per quanto riguarda voi? Leggete piano o velocemente? Anche per voi coincidono il ritmo della lettura con il ritmo con cui affrontate altre cose della vostra vita? Fatemi sapere qui sotto con un commento cosa ne pensate della mia riflessione, un abbraccio a tutti

Ilsie.

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