Perché leggere i classici
1984 di George Orwell, ovvero il male che l'uomo fa all'uomo
(1984)
Lo so, questo Perché leggere i classici è in ritardo di parecchi giorni, ma causa studio universitario - ebbene sì, ci sono ricascata - e contrattempi personali, sono riuscita a mettermi a scrivere solo oggi. Bene, finito il piccolo preambolo delle giustificazioni, iniziamo.
1984 è un libro estremamente complicato da recensire: mentre cerco di organizzare per punti i miei ragionamenti al riguardo, mi rendo conto sempre di più che la natura del romanzo è ancor più sfaccettata di quanto avessi considerato in precedenza. Non solo per la faccenda che vi è narrata, ma proprio per tutte le implicazioni umane che ne conseguono. Cercando comunque di dare un filo logico alle mie considerazioni, partirei dicendo che si tratta del romanzo distopico per eccellenza. Scritto da George Orwell nel 1948 - da questa data infatti prende il nome l'opera, invertendo le ultime due cifre - racconta di un futuro in bianco e nero dove l'umanità vive sotto il potere di una dittatura capace di penetrare fin negli angoli più remoti dell'identità umana. Il mondo è diviso in tre grandi superstati dopo una colossale guerra atomica: Oceania, Eurasia e Estasia che apparentemente sono perennemente in lotta tra loro. Dico apparentemente perché nella vicenda le alleanze e gli odi cambiano con la stessa facilità con cui cambia il vento e come prima si aveva inveito contro uno stato, il giorno dopo si trova a festeggiarlo come un fratello. All'interno dell'Oceania si svolge la nostra storia, dove tutto è comandato dal cosiddetto Grande Fratello, un'entità presente ovunque che tiene sotto controllo la vita di tutti i cittadini. In ogni casa c'è un televisore, che deve sempre restare acceso e come le persone sono obbligate a guardare nello schermo, allo stesso modo possono essere osservati tramite esso. Tutto in quel mondo è irreale: non c'è amore, ma vengono permesse unioni solo per avere figli, il linguaggio è sfigurato ed è concesso solo la Neolingua, che elimina tantissimi vocaboli considerati pericolosi. Tutte le emozioni umane vengono utilizzate dal potere e incanalate per renderli prigionieri. Non esiste la libertà di pensiero. Chi trasgredisce viene fatto sparire.
Come dicevo all'inizio, le implicazioni del mondo creato da Orwell sono aberranti e il condizionamento mentale che consegue da questo regime è inimmaginabile. La sensazione che ho provato nel leggere questo libro è stata quella di cadere in un vortice di sofferenza sempre più profondo e non riuscire a scorgere un fondo. Il lettore pensa che l'influenza abbia una fine, ma non è così, e la storia del protagonista del libro ne è la prova. Winston Smith, è un normalissimo impiegato del Partito Esterno, che sotto l'apparenza banale non riesce ad adeguarsi appieno al bipensiero imposto dal regime. Durante una manifestazione dei "Due minuti d'odio" - appuntamento quotidiano che serve a far sfogare alla popolazione la propria frustrazione, incanalandola contro i nemici - Winston incontra una giovane donna di nome Julia, dalla quale riceve un bigliettino con su scritto "ti amo". Da qui la vicenda ha inizio.
Diventa sempre più difficile per me parlarvi del libro senza anticiparvi altro. Penso di non poter far altro che consigliarvi la lettura di questo classico e darvi un motivo: credo che sia un libro fondamentale per imparare a riflettere sulla propria situazione e a vigilare su noi stessi, su cosa assorbiamo dalla società e su cosa ci condiziona di più. Come dicevo anche in un altro post, dobbiamo restare svegli e capire cosa penetra nella nostra mente e soprattutto cosa di questo lo fa senza farsi notare. Un esempio di questo valore che ho amato particolarmente è il diario che Winston tiene e dove scrive tutto ciò che sa di non poter dire ad alta voce. A mio giudizio, quelle parti di testo sono davvero preziose e profonde e fanno riflettere sulla vera natura del condizionamento e della libertà che pensiamo di avere o che realmente abbiamo. E' un libro difficile da mandar giù, ma importantissimo. Per certi versi, mi rendo conto solo ora che alcune tematiche appartengono sia a questo grande classico sia a Caino di Josè Saramago, che ho recensito all'inizio del mese. La libertà umana: quanto siamo davvero sicuri di essere liberi?
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