Recensione di Giugno

Ubik di Philip K. Dick, ovvero leggere questo libro è come vedere un film

(Ubik)

Vi prego, dal titolo non pensate male, nel corso della recensione vedrò di spiegarmi a dovere. Leggere un libro è tutta un'altra cosa rispetto a vedere un film, ma il libro di cui parliamo è molto particolare. Tanto che prima di riuscire a finirlo, avevo provato già due o tre volte a leggerlo, ma al primo capitolo l'avevo sempre abbandonato. Ma partiamo dal principio.

Ammetto che la fantascienza mi ha sempre messo addosso un senso di inquietudine e di disagio. Fin dai primi approcci, avevo la sensazione di leggere qualcosa di distorto, di sbagliato. Crescendo mi sono resa conto che ciò era perfettamente normale, dato che la fantascienza vuole proporre mondi e universi futuri più o meno plausibili e non è per nulla scontato che in questi futuri tutto sia andato bene, anzi, le storie partono proprio da qualcosa che ha deviato e ha portato alla creazione di un mondo problematico. "Ubik" è un esempio lampante di questo. Mi è stato regalato - non mi ricordo neanche quando - dagli stessi zii che mi hanno regalato "Il paradiso degli orchi" e mi hanno introdotto ad "Una serie di sfortunati eventi": tutti libri che buffamente io all'inizio ho rifiutato, ma che poi, quando ho avuto il coraggio di affrontarli, mi sono piaciuti molto. "Ubik" esce per la prima volta nel 1969 ed è scritto da Philip K. Dick, scrittore esclusivamente di fantascienza e che diventa un vero culto negli anni Ottanta, soprattutto dopo il film "Blade Runner" che è liberamente ispirato al suo libro "Il cacciatore di androidi". Vi consiglio di approfondire il personaggio di Dick perché è davvero un universo di idee e domande e inquietudini e spero un giorno di poter leggere altre sue opere.

"Io sono vivo, voi siete morti". Sul retro dell'edizione della Fannucci troviamo questa frase. La pronuncerà ad un certo punto della storia uno dei personaggi e penso che riassuma il tema principale di tutto il libro. Siamo in un mondo in cui la morte è qualcosa che non si riesce ad accettare. Sono stati creati dei moratorium, posti dove i morti sono tenuti sospesi tra la vita e la morte - la cosiddetta semi-vita - come congelati, con i quali i vivi possono ancora parlare fino all'esaurimento del tempo. Si cerca di protrarre qualcosa che in ogni modo è destinato a cessare, anche i morti bloccati in quelle capsule prima o poi diventano sempre più stanchi e deboli e svaniscono. In questo mondo lo spionaggio industriale è diventato talmente accanito e violento da far ricorso ai cosiddetti psi, ovvero persone con poteri paranormali. Per questo esistono delle aziende dedite a scovare questi psi per conto delle grandi imprese. Il protagonista Joe Chip è un tecnico proprio di una di queste agenzie, non ha poteri, ma coordina le operazioni dei cosiddetti inerziali - dotati di anti-talenti - per neutralizzare le spie paranormali. Sembra una normale giornata di lavoro come tutte le altre, quella con cui si apre il libro: Joe e la sua squadra partono alla volta della Luna per svolgere una delle loro missioni. Ma qualcosa complicherà enormemente la situazione.

La parte difficile del libro di Dick è l'inizio: dovete fidarvi e, anche se all'inizio vi sembrerà strano e ci saranno tante cose che non capirete, andate avanti. Davvero, ne vale la pena e tutto vi verrà spiegato pian piano. Ho trovato che la scrittura di Dick avesse in particolare una virtù straordinaria: l'enorme facilità con cui ti mostra davanti agli occhi ciò che succede. Sembra di vedere un film dalla limpidezza delle descrizioni e delle immagini, i dialoghi sono assolutamente da copione cinematografico. Non trovi nulla di superfluo. Ho trovato alcune scene, soprattutto verso la parte finale scritta con uno stile veloce e angosciante, assolutamente geniali e coinvolgenti. In particolare ho letto e riletto una scena che proverò a non spoilerarvi troppo: Joe che parla in un'auto con una ragazza. Quando la leggerete capirete di quale si tratta. E' la scena madre di tutto il libro ed è senza alcun dubbio perfetta. Il mondo di Dick è profondamente sbagliato e per questo assisterete ad un'inversione, un ritorno alle origini, una corsa al contrario contro il tempo per sistemare qualcosa che ha deragliato dai binari stabiliti. E tutta la storia è accompagnata da una domanda che ti assilla per tutta la lettura: cos'è Ubik? Nulla sarà come sembra.

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