Perché leggere i classici

Il buio oltre la siepe di Harper Lee, ovvero un libro da non dimenticare più

(To Kill a Mockingbird)

Sono pochi i libri che veramente mi hanno sopraffatta nella mia esperienza di lettrice. Fino a qualche giorno fa avrei potuto dire di contarli sulle dita di una mano, avrei citato i soliti che ormai i miei lettori di vecchia data conoscono bene: Tolstoj, Garcìa Màrquez, Foer, Cameron e Murakami. Da qualche giorno un nuovo autore si è aggiunto alla lista, o sarebbe più corretto dire autrice. Il buio oltre la siepe di Harper Lee è stata per me una rivelazione.

Questa lettura non è stata frutto di un regalo ispirato o di un consiglio preciso, piuttosto ad un certo punto ho sentito il desiderio di leggere questa storia, questo classico di cui sapevo davvero poco. Quindi me lo sono fatto regalare per la laurea e l'ho appoggiato nella libreria in attesa del momento giusto per leggerlo. Quando ho organizzato le letture dell'anno, l'ho scelto come lettura principale del mese di aprile e ho dovuto attendere un po' prima di arrivare ad iniziarlo. Nel frattempo è uscito il seguito Va', metti una sentinella con la casa editrice Feltrinelli, l'autrice è morta nel febbraio di quest'anno e il mio desiderio è salito ogni giorno di più. Finalmente aprile è arrivato. Ed io ho potuto iniziare questa storia.

Lo ammetto, avevo aspettative altissime e avevo un po' paura che queste venissero infrante. Invece non è stato così, anzi, ho amato dalla prima all'ultima pagina di questa storia. Per quei pochi che ancora non sanno niente di questo classico, la storia è narrata in prima persona dalla piccola Scout Finch, una bambina straordinariamente intelligente e vivace, testarda e impertinente, che vive a Maycomb, nell'Alabama del sud nei primi anni Trenta. Vive con il fratello maggiore di quattro anni Jem, il padre Atticus e la domestica di colore Calpurnia, ha un'infanzia passata all'aria aperta e predilige i giochi maschili e avventurosi. La storia narra circa tre anni della sua vita e la vicenda principale - anche se non è la sola e non viene presentata molto presto nella trama - è il processo che il padre Atticus deve sostenere in qualità di avvocato difensore di Tom Robinson, uomo di colore accusato di stupro. Attraverso gli occhi di una bambina curiosa e che vede il mondo senza pregiudizi, assistiamo ad una storia che denuncia la pesante ingiustizia americana, fatta di pregiudizi contro le persone di colore, al di là di ogni evidenza.

La scrittura di questo grande romanzo fila alla perfezione e rende l'esperienza di lettura davvero piacevole. Il punto di vista puro della bambina mi è piaciuto molto, fa in modo che la vicenda arrivi al lettore, che lui se ne renda conto prima di Scout stessa, che fa domande, che chiede al padre e al fratello maggiore spiegazioni su quello che la sua famiglia sta vivendo. Ci sono molte cose che Scout non capisce: il perché agli occhi dei bianchi la gente di colore sia colpevole a prescindere; il perché ci siano pesanti ripercussioni sulla vita privata dei Finch; il perché le persone si comportino in modo tanto stupido e cieco. Scout è intelligente, leggere le sue riflessioni mai scontate è stato bello, mi ha fatto capire di essere davanti ad uno dei libri scritti in prima persona più belli e meglio resi che io abbia mai letto - e che mi sembra di aver intravvisto Scout nel viso sorridente e birichino di Harper Lee nelle foto che la ritraggono. Oltre a Scout, c'è un intero mondo di personaggi da scoprire, tutti meravigliosi. Jem, fratello di Scout, il protettore della sorellina, colui che molto spesso le spiega le cose, colui che gioca con lei, che la coinvolge in un mondo di gioco maschili, in avventure fantastiche. E' un ragazzino buono, anche lui molto sveglio, ardito e a volte un po' sprovveduto. Calpurnia, la domestica che ha cresciuto i due bambini dopo la morte prematura della madre, dura e severa, ma che sa accogliere e consolare al momento giusto. E poi c'è Atticus, che ho amato alla follia, del quale faccio fatica a parlare perché so che sarei riduttiva. Lascio che siate voi a scoprire quest'uomo solido, dai principi morali che mi hanno commossa. Ho trovato pochi personaggi del calibro di Atticus Finch e penso che pochi che troverò in futuro.

Avrei voluto che questa storia non finisse mai. Quando nel finale tutto si è concluso, tutto è stato perfettamente portato a termine, ho provato sia sollievo sia nostalgia. C'è il seguito, del quale ho letto recensioni abbastanza contrastanti, ma maggiormente di lettori delusi. Ho recepito qualche spoiler che un po' mi ha turbata - e che qui non riporterò -, ma penso che alla fine lo leggerò, non ora, ma in futuro vedrò cosa è successo a Maycomb vent'anni dopo il processo di Tom Robinson. Ho ancora tante letture da fare quest'anno, ma non ho molti dubbi riguardo al fatto che Il buio oltre la siepe si è già guadagnato un posto tra le migliori.

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